Turning thoughts into a pickle. Pop-philosophy through Rick and Morty

Abstract

Il contributo approfondisce le implicazioni filosofiche e antropologiche della serie tv di culto Rick e Morty, ideata da Dan Harmon e Justin Roiland. Facendo tesoro della lezione di Eco, pioniere negli studi della cultura di massa, l’analisi è volta all’esplicitazione di ciò che, nella serie, funziona come lente d’ingrandimento di alcuni fenomeni peculiari del presente storico. Una operazione di pop filosofia che, sulle orme del grande semiologo, si propone di ampliare gli orizzonti di ricerca da lui prospettati. L’ipotesi che guida la ricerca è la possibilità e l’opportunità, sostenuta da Eco, di poter ricavare tracce di senso all’interno di prodotti di ogni genere, con particolare riferimento a quelle destinate all’intrattenimento pensato per un pubblico ampio e non specialistico o specializzato. Mi focalizzo sulla responsabilità del soggetto che fruisce il prodotto e sulle sue risorse ermeneutiche: il divertimento può essere affiancato e spesso si affianca a un lavoro di elaborazione concettuale e riflessione sul proprio vissuto. In questo modo si evidenzia la rilevanza filosofica delle serie tv e si riconosce il posto che esse occupano nell’esperienza degli spettatori. L’articolo evidenzia la peculiare visione del mondo che emerge dalla narrazione ideata dagli autori, soffermandosi su alcuni momenti chiave. In conclusione, si evidenzia come la serie non solo riflette istanze tipiche del presente (nichilismo, multitasking esistenziale, remix e ibridazione culturale), ma funziona anche come rielaborazione originale e amplificazione delle stesse.